martedì, Marzo 19, 2024

France Telecom, continuano i suicidi

Federico Lagni
Federico Lagnihttps://www.areanetworking.it
Appassionato di innovazione in tutte le sue forme, è fondatore e CEO di AreaNetworking.it, uno dei maggiori punti di riferimento online del settore ICT. E' anche fondatore ed Event Director di alcune importanti conferenze, come Crypto Coinference, la più importante conferenza dedicata alle criptovalute e la blockchain, e il GDPR Day, una conferenza molto verticale dedicata appunto al GDPR ed alla Data Protection. Inoltre, è fondatore e Presidente di Tesla Club Italy, il primo club Tesla italiano e tra i primissimi al mondo. Al tempo stesso, è anche fondatore e CEO di Enerev, la prima azienda italiana specializzata nel noleggio a breve termine di auto Tesla, nonché società di formazione e di riferimento per diverse soluzioni dedicate alla mobilità elettrica. Partecipa ad eventi e conferenze come speaker e formatore.

Titolo e argomento forte e delicato rispetto a quello di cui discutiamo di solito. Purtroppo, però, facendo informazione va giustamente trattato anche ciò che è negativo. France Telecom, una delle maggiori aziende al mondo di Telecomunicazioni, è protagonista ormai da 2 anni di una serie di avvenimenti a dir poco preoccupanti: suicidi dei dipendenti. L’ultimo proprio ieri. Un uomo di cinquantuno anni, infatti, marito e padre di due figli, si è gettato sull’autostrada da un cavalcavia ad Annecy, nel sud della Francia. L’uomo ha lasciato in auto una lettera per la famiglia motivando la sua tragica e dolorosa scelta a causa del clima aziendale divenuto insostenibile.

La situazione è a dir poco sconvolgente. Da Gennaio 2008 i suicidi sono stati, in media, di uno al mese. La penultima vittima un ragazzo di ventotto anni, l’11 Agosto. Si è tolto la vita in casa. Altro suicidio nemmeno un mese precedente, precisamente il 14 Luglio.

Clima insostenibile, forti pressioni aziendali, assegnazione di incarichi denigranti, mobilità continua e forzata. Queste sono alcune delle tante motivazioni dei suicidi che stanno continuamente, sembra senza alcuna sosta, coinvolgendo France Telecom. Un approccio globale, quindi, che scatena questi drammi in un po’ tutte le sedi dell’azienda, visto che i suicidi non si concentrano in una zona specifica ma avvengono in molte città sparse nel paese.

Il tutto sembra provenire dalla privatizzazione dell’azienda nel 2004 e soprattutto dal successivo piano di ristrutturazione, applicato dal 2006 e consistente in licenziamenti, trasferimenti obbligatori, cambi di ruoli, etc. Molte manifestazioni sono state fatte dal personale della società e più volte i sindacati hanno tentato di fermare, a quanto pare senza risultato, questi terribili avvenimenti. La situazione è molto grave. Dal 2004 ci sono state ben 22000 dimissioni volontarie. E’ un numero altissimo se pensiamo che France Telecom da lavoro a circa 150000 persone.


La direzione dell’azienda ha promesso più volte di “fare qualcosa” per fermare queste morti. A volte, però, ha anche tentato di giustificare il gesto attribuendo fragilità mentale, ad esempio, ad una donna che si è buttata dal quarto piano di una sede France Telecom. E’ intollerabile che si tenti di dare un senso a questi tragici gesti. E’ palese che c’è problema di tipo direzionale e organizzativo da parte dei vertici.

C’è anche da chiedersi se è possibile che il suicidio sia l’unica reazione possibile. Perchè il suicidio? Sono gesti che vanno, tra virgolette, compresi ma non approvati. Cosa sta succedendo di preciso all’interno di France Telecom?

Intanto i sindacati francesi hanno dichiarato guerra alla Direzione dell’azienda, usando toni forti anche contro lo Stato visto che, tra l’altro, è anche uno dei maggiori azionisti della società con il 27%. Il ministro del lavoro Xavier Darcos, infatti, si è incontrato con Didier Lombard, Amministratore Delegato di France Telecom, per delineare delle azioni concrete per risolvere il problema.

France Telecom ha adottato varie azioni come la sospensione momentanea della ristrutturazione organizzativa, la sospensione dei cambi ruoli, dei trasferimenti e perfino la consultazione e messa a disposizione di numerosi psicologici e responsabili per le risurse umane che dovranno occuparsi del personale. Forse, probabilmente e purtroppo, comunque, non si sta andando alla fonte del problema. Restiamo in attesa di vedere come si evolve la triste vicenda.

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