martedì, Marzo 19, 2024

Italiani all’estero nel settore ICT: dall’Australia Luca Bagnolini

Federico Lagni
Federico Lagnihttps://www.areanetworking.it
Appassionato di innovazione in tutte le sue forme, è fondatore e CEO di AreaNetworking.it, uno dei maggiori punti di riferimento online del settore ICT. E' anche fondatore ed Event Director di alcune importanti conferenze, come Crypto Coinference, la più importante conferenza dedicata alle criptovalute e la blockchain, e il GDPR Day, una conferenza molto verticale dedicata appunto al GDPR ed alla Data Protection. Inoltre, è fondatore e Presidente di Tesla Club Italy, il primo club Tesla italiano e tra i primissimi al mondo. Al tempo stesso, è anche fondatore e CEO di Enerev, la prima azienda italiana specializzata nel noleggio a breve termine di auto Tesla, nonché società di formazione e di riferimento per diverse soluzioni dedicate alla mobilità elettrica. Partecipa ad eventi e conferenze come speaker e formatore.

Luca Bagnolini, professionista all'estero nel settore ICTCome potete vedere nella Google Map consultabile nella pagina della nostra Rubrica, non avevamo ancora ospitato alcuna esperienza proveniente dall’Australia. Fuori dall’Europa, avevamo parlato della California, con l’intervista a Stefano Menti, e dell’Oregon con l’esperienza di Rossella Mariotti.

Questa volta, grazie a Luca Bagnolini, andiamo nella parte opposta, in Australia.

ANW: In che città vivi e lavori attualmente?
LB: Sydney, Australia.

ANW: In quale azienda lavori e con che ruolo? Di cosa ti occupi?
LB: Lavoro in un’azienda chiamata Kilikon Solution, società con circa 60 dipendenti che opera a Sydney dal 1998. Sono stato assunto come Senior Unified Communication Engineer un anno fa e sto seguendo un progetto per la realizzazione di un sistema di telefonia IP Cisco che include instant messaging, voice mail, videoconferencing e WebEx meeting.
Il progetto coinvolge circa 4000 utenti distribuiti tra Sydney, Melbourne,Brisbane, Perth ed Adelaide.

ANW: Da quanto sei all’estero?
LB: Sono arrivato in Australia a fine Ottobre 2012 e dopo 3 mesi di backpacking lungo la East Coast mi sono sistemato a Sydney.
Ho vissuto 3 mesi in pieno centro, 6 mesi nella prima periferia e da qualche mese mi sono trasferito in una localita’ di mare chiamata Coogee.

ANW: Avevi già avuto esperienze di vita all’estero?
LB: Ho vissuto 2 mesi a Londra nel 2007.
Appena laureato ho deciso di concedermi una vacanza studio all’estero.

ANW: Cosa ti ha spinto a migrare?
LB: Ho iniziato a pensare ad una esperienza lavorativa e di vita all’estero proprio nel mio viaggio in terra londinese.
Qui mi sono reso conto che le emozioni e le esperienze che si vivono lontano da casa sono uniche e difficilmente eguagliabili.
E’ come se poi avessi passato i successivi 5 anni a prepararmi per questo tipo di “missione” sia dal punto di vista professionale che umano. Ho avuto la fortuna di lavorare in una grande azienda quale è la Vem Sistemi che mi ha formato professionalmente come meglio non potevo chiedere. Ho continuato, inoltre, a tenere vivo il mio inglese facendo corsi e dialogando con madrelingua tutte le volte che mi era possibile, come se avessi la sensazione che prima o poi sarebbe arrivato il grande salto.
Ho optato per l’Australia circa un anno prima di partire spendendo così quasi 12 mesi nel programmare il mio viaggio… questa è stata finora la cosa più difficile. Capire quando partire, dove stare, come funzionano i visti, preparare il curriculum, cercare di capire a priori a cosa si va incontro dal punto di vista culturale e sociale sono sempre variabili non facili da capire.

ANW: Hai subito uno sconvolgimento delle tue abitudini?
LB: Uscire di casa e trasferirsi in un altro paese comporta sempre e comunque dei cambiamenti alle proprie abitudini.
Ci sono cose che, sin dal primo giorno qui in Australia, ho notato essere molto diverse dalle abitudini italiane e alle quali ancora fatico ad abituarmi: dal vedere partite di cricket in televisione e non di calcio, notare persone fare jogging sin dalle 6 di mattino e vedere negozi e ristoranti chiusi alle 9 di sera, sono solo alcune delle differenze. Il vero sconvolgimento è stato abituarmi alla differenza di stile e cultura per quanto riguarda il cibo. Qui esiste principalmente la cultura del bere e non del cibo, vanno di moda le food courts, fish and chips e take away (non mi abituerò mai a prendere caffè e cappuccino take away!!). Ho fatto veramente presto a rendermi conto del perchè nel mondo l’Italia è considerata al top per quanto riguarda la cucina… difficile da spiegare a parole, ma è qualcosa che ci deve rendere fieri e orgogliosi della nostra cultura.

ANW: Dal punto di vista culturale e sociale, quali cambiamenti hai constatato?
LB: Molto difficile rispondere a questa domanda e non credo di essere in grado di giudicare un paese come l’Australia dopo solo pochi mesi. Posso comunque dire per certo che Sydney è una città multiculturale e qui è possibile trovare facilmente persone di ogni parte del mondo. E’ sicuramente una cosa molto positiva e stimolante, ma talvolta le differenze sono veramente marcate e non sempre risulta facile interagire con altre culture.

ANW: Quanto difficoltoso è stato il tuo ambientamento?
LB: Devo ammettere che questa avventura sta andando per il verso giusto e come da tabella di marcia. In un’esperienza del genere parlare di ambientamento significa però toccare diversi aspetti quotidiani e non, ed è qualcosa che va oltre il mondo lavorativo. Il semplice fatto di vivere e stare con le persone giuste spesso e volentieri fa la differenza. Dopo 15 mesi mi considero ancora nel pieno della fase di ambientamento, ogni giorno c’è qualcosa da scoprire e da superare. Sicuramente avere l’appoggio di amici (sia quelli che risiedono qui che in Italia) e di tutta la mia famiglia è stato finora la mia portante e la cosa più importante nel riuscire ad affrontare questa esperienza.

ANW: Quale considerazione c’è degli italiani e in generale dell’Italia nel paese in cui ti trovi?
LB: Continuo tuttora a rimanere stupito di quanto importante e famoso sia il nostro Paese nel mondo.
Chiunque vorrebbe visitare almeno una volta nella vita il Bel Paese e le principali motivazioni che mi sono sentito riconoscere sono: cibo (al primo posto ovviamente); unicità delle nostre terre, della storia e architettura; il fascino esercitato da alcune città quali Roma, Milano, Firenze e Venezia; i marchi Ferrari, Vespa, Fiat 500. Persino la nostra lingua è molto apprezzata e tantissime persone desiderano imparare l’Italiano… purtroppo però siamo famosi anche per la nostra politica, l mafia e per… il gesticolare eccessivo!

ANW: Visto il periodo: quanto si è sentita la crisi economica nel tuo paese? Quali cambiamenti ha apportato?
LB: Direi che le parole crisi ed Australia formano un connubio mal riuscito.
Sicuramente la situazione è già cambiata rispetto a 5-10 anni fa e non è poi tutto rose e fiori, ma sicuramente qui il clima negativo che si respira in Europa è ancora molto, molto lontano.
L’Australia è uno dei Paesi Emergenti con un’economia in via di sviluppo, però questo non vuol dire avere vita facile qui, c’è tantissima richiesta lavorativa, ma anche molta offerta e trovare un lavoro soddisfacente è sempre una cosa non banale ed immediata.

ANW: Dal punto di vista professionale, quali differenze hai potuto notare rispetto all’Italia?
LB: Le prime differenze che ho notato sin dal primo giorno riguardano orari di lavori flessibili, la possibilità di uscire dall’ufficio alle 17 e la possibilità di poter staccare la spina per 10 minuti giocando a biliardo o a ping pong.
Dal punto di visto tecnico mi ritrovo ad effettuare lo stesso lavoro che ho effettuato per 5 anni in Italia, l’unica differenza riguarda ovviamente la lingua e devo ammettere che tuttora mi risulta non facile scrivere email e fare presentazioni in lingua inglese.

ANW: Come descriveresti il processo di selezione ed assunzione nel paese in cui ti trovi?
LB: Dal momento in cui ho inviato il mio primo curriculum al giorno in cui ho accettato l’offerta di lavoro sono passati 3 mesi. Inutile dire che la ricerca è stata estenuante e a volte pure stressante. Non avendo avuto esperienze in Australia e soprattutto non avendo referenze mi sono affidato ad agenzie di recruiting che mi hanno aiutato a capire come funziona il business world in Australia. Ho effettuato colloqui per 4 aziende prima di essere assunto, tutti i colloqui sono stati tecnici e belli tosti (l’ultimo è durato circa 2 ore) ed il fatto di affrontare colloqui in lingua inglese non ha fatto altro che aumentarne il grado di difficoltà. Devo ammettere, inoltre, che essere arrivato qua con un visto working-holiday non mi ha aiutato e spesso non sono stato preso proprio perchè non possedevo un visto permanente…il capitolo visto è sempre molto delicato e spesso limitante.

ANW: Sei laureato?
LB: Mi sono laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso la Facoltà di Bologna nel 2007.

ANW: In Italia si parla spesso di cervelli in fuga. E’ presente anche all’estero questo fenomeno? In quali proporzioni?
LB: No comment.

ANW: A livello quantitativo, com’è la richiesta di lavoro rispetto all’Italia? Cosa si ricerca maggiormente?
LB: L’opinione che mi sono fatto sin dal primo giorno è quella di vivere in una città dove nel settore IT ci sono notevoli possibilità di lavoro, ma allo stesso tempo c’è anche molta richiesta e spesso e volentieri non è facile trovare Ingegneri propriamente qualificati. Mi sembra, inoltre, di notare che qui sia molto difficile trovare un ambiente di lavoro formativo e si tende piuttosto a ricercare personale già qualificato e ricco di esperienze. I soldi non mancano quindi, piuttosto che spendere tempo e risorse nell’investire su nuovi Ingegneri, si tende a investire in personale già qualificato.

ANW: Da quanto hai potuto vedere, qual è la forma di rapporto lavorativo più diffuso?
(Dipendente, freelance, contratti a tempo determinato, etc).

LB: Direi 50% full time e 50% a tempo determinato.

ANW: Come rapporti la retribuzione rispetto a quella italiana? Quali differenze ci sono? E’ effettivamente più alta?
LB: Siamo su due mondi totalmente diversi sostanzialmente per due motivi.
Il primo riguarda il costo della vita: Sydney è una delle città più care al mondo e forza maggiore gli stipendi sono tutti più alti indipendentemente dal ruolo o la mansione ricoperta.
Il secondo aspetto è uno dei motivi che mi ha spinto a migrare e riguarda la retribuzione percepita da un Ingegnere in Italia. Salvo casi particolari, infatti, in Italia essere un Ingegnere o no non cambia assolutamente nulla in busta paga, si prende quanto un impiegato diplomato.

ANW: Qual è il tenore di vita? Cambia effettivamente il costo della vita e di quanto?
LB: Direi che Sydney è una città splendida, ma allo stesso tempo molto molto dispendiosa.
Sydney è, infatti, una delle città più care al mondo per quanto riguarda affitti (è cosa normale qui condividere appartamenti con altre persone indipendentemente dall’età) e trasporti, ma anche passare una serata in un normalissimo ristorante è assai caro (basta pensare che una pizza margherita può costare fino a 20 euro oppure un semplice spritz fino a 14 euro). Essendo una città multietnica è possibile comunque trovare opportunità più economiche…ma ovviamente la qualità ne risente decisamente!

ANW: Come funziona la tassazione? Com’è la pressione fiscale?
LB: Tutto è proporzionato allo stipendio e ovviamente più si guadagna più si alzano le tasse.
Siamo comunque su livelli inferiori all’Italia

ANW: Cosa non ti manca dell’Italia?
LB: Le 2 ore di pausa pranzo che ero costretto a fare tutte le volte che ero in ufficio!!

ANW: Cosa, invece, ti manca dell’Italia?
LB: Troppo facile dire la famiglia, gli amici, il cibo, la mia Romagna… ma non mi sarei mai aspettato di diventare così nostalgico di tutte le giornate passate allo stadio con i miei amici a tifare per la squadra che adoro!

ANW: E’ una scelta permanente o ritieni che un giorno tornerai nel bel paese?
LB: E’ troppo presto per rispondere a questa domanda, certo è che l’Australia è un paese bellissimo e Sydney è una città meravigliosa sia per vivere che per lavorare, ma se proprio devo essere sincero non riesco ad immaginare un futuro troppo lontano dalla mia famiglia e dalla terra in cui sono nato e cresciuto.

ANW: Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta? Quali caratteristiche sono necessarie al fine di affrontare al meglio questo cambiamento?
LB: Non è facile rispondere a questa domanda, ma il consiglio che mi sento di dare è quello di cercare di non avere rimorsi nella vita. Vivere un’esperienza all’estero è un qualche cosa di magico ed impagabile indipendentemente dalla durata, da dove si vada e dall’età in cui si decida di partire. Ogni storia narrata da chi ha giàvissuto queste esperienze è diversa dalle altre e difficilmente è possibile pianificare questo tipo di cambiamento basandosi sulle esperienze altrui.
Comunque vada un’esperienza all’estero è un qualche cosa che aiuta a scoprire ed a scoprirsi indipendentemente dai successi ottenuti nel mondo lavorativo.

ANW: Ti ringraziamo Luca.
LB: Grazie a voi!

ANW: A tutti i lettori: consultando QUESTA Google Map potete navigare nel mondo e vedere i posti coinvolti dalla nostra rubrica, con i link diretti alle singole interviste.

Articoli correlati

Il caso “Medusa Ransomware”

I ransomware stanno diventando sempre più una minaccia di rilevanza importante, quasi da non far dormire sonni tranquilli ad aziende sia pubbliche che private,...

Digital Transformation


 

Noleggia una Tesla per il tuo evento ICT!

Categorie