lunedì, Ottobre 7, 2024

Il COVID-19 e la crescita del traffico Internet

Stefano Giraldo
Stefano Giraldo
Sono da 20 anni nel mondo del Networking IP e delle TLC, mi occupo di Ingegneria ed Operations su reti in ambito Service Provider e Campus/Data Center. Ho competenze trasversali anche in campo Sicurezza, Virtualizzazione e Sistemi Linux che mi permettono di ottimizzare al meglio le soluzioni di Networking proposte. Mi occupo inoltre di formazione con diversi corsi a catalogo e sono relatore per conferenze.

La pandemia ha cambiato tutti e quasi senza accorgercene, ha cambiato anche la grande Rete.

La pandemia da COVID-19 e soprattutto il lockdown iniziato a Marzo del 2020, ci ha cambiati un po’ tutti ed ha costretto Internet e le reti di telecomunicazioni ad evolvere e ad adattarsi per rispondere ad un inaspettato aumento di traffico scambiato tra le piattaforme che erogano contenuti e gli utenti finali.

Il lavoro in ufficio è diventato smartworking da casa (o remote working per essere più precisi), le lezioni in classe sono diventate didattica a distanza, le serate con gli amici sono diventate serate sul divano fra Netflix, Prime Video, Infinity, ecc. e gli aperitivi in centro post ufficio sono diventate videocall. Tutto questo ha causato una crescita del traffico scambiato su Internet e molti sono dovuti correre ai ripari: i fornitori di contenuti hanno dovuto aumentare i server per ridistribuire il traffico e ridurre le saturazioni; allo stesso modo, i Provider Internet hanno dovuto aumentare le capacità dei collegamenti per gestire la nuova mole di dati. I volumi di traffico, non raggiungevano il loro massimo alla sera (come era sempre stato), ma partivano già dal mattino.

Possiamo avere evidenza di questo comportamento semplicemente guardando le statistiche del più importante Internet eXchange in Italia, il Milan Internet eXchange. Si è già parlato tempo addietro di cosa sono gli Internet eXchange in questo articolo su AreaNetworking.it, possiamo poi trovare altre informazioni su Wikipedia ed in questo video realizzato da Eur-IX che, grazie alla sua semplicità e chiarezza, utilizzo sempre durante i miei corsi di formazione in ambito Networking: The Euro-IX video in Italian.

L’immagine qui sotto è abbastanza esplicativa e possiamo vedere come dal giorno dell’inizio del lockdown di Marzo ci sia stato un significativo aumento del traffico scambiato.

Questo cambiamento è maggiormente apprezzabile perché al MIX non afferiscono soltanto Internet Provider e Content Provider italiani, ma anche molti esteri. Al seguente link possiamo vedere l’elenco completo.

Ulteriore evidenza la possiamo avere guardando anche la statistiche dell’Internet eXchange di Francoforte: il DE-CIX, che ha fatto registrare volumi di traffico ancora maggiori.

Come abbiamo detto, per far fronte a tutto ciò, i Provider sono dovuti correre ai ripari e nel frattempo come sappiamo si è verificato qualche disagio: principalmente si sono riscontrati sistemi di videoconferenze lente o non in grado di accettare ulteriori connessioni e per molti l’impossibilità di collegarsi ai concentratori VPN aziendali perché non progettati per accogliere la contemporaneità di tutto il personale “remotizzato” in blocco. Sorprendentemente però non ci sono stati problemi enormi o generalizzati sull’intera Rete, segno quindi che Internet era in un certo qual modo già pronta ad accogliere tutto ciò: i Provider erano già quindi sufficientemente dimensionati e gli accorgimenti adottati non sono stati radicali.

Cisco ad esempio ha messo a disposizione gratuitamente e per tutti la propria piattaforma di collaboration: Cisco WebEx, trovandosi però impreparata ed accusando qualche problema soprattutto durante la condivisione dello schermo nelle videocall, con ritardi nell’ordine dei 30 secondi sulle immagini. Ben presto sono corsi ai ripari e dopo due giorni il sistema funzionava nuovamente alla velocità attesa.

Molti Internet Provider, in accordo con i Content Provider, hanno installato o aumentato il numero di cache server presenti nei propri data center per “avvicinare” i contenuti agli utenti finali, andando quindi a ridurre il traffico sui backbone nazionali ed internazionali e garantendo quindi una maggior velocità e qualità ai fruitori dei servizi.

Nella mia azienda, abbiamo dovuto acquistare delle licenze per aumentare il numero massimo di contemporaneità dei VPN Client e permettere quindi a tutti di collegarsi al concentratore ed ai sistemi aziendali. Il disagio è stato di circa una giornata: il tempo di approvare la Richiesta d’Acquisto, di farci generare i file di licenza da Cisco e di installarli sui Firewall che terminano le VPN.

In conclusione possiamo quindi dire che la grande Rete non è affatto statica, ma è in grado di evolvere rapidamente per far fronte anche ad eventi che forse mai avremmo immaginato. Leggevo qualche mese fa un articolo sugli investimenti fatti dalle aziende fino a fine 2019 per prepararsi a potenziali eventi impattanti sul business. Ai primi posti figuravano i grandi classici: blackout energetico su larga scala, eventi atmosferici, terremoti, eventi sociopolitici e solo molto più basso si trovava la voce “pandemia”. Questo ci fa capire come realmente abbiamo pensato che potesse trattarsi di un evento molto improbabile e per il quale non era utile fare degli investimenti. Non possiamo effettivamente darci tutte le colpe, visto che mai (e speriamo mai più) si era verificato un evento di tali proporzioni da quando usufruiamo così massivamente delle reti di telecomunicazioni e dei servizi Internet, quindi difficilmente avremmo potuto ipotizzare i potenziali impatti e prepararci preventivamente ad affrontarlo.

Come detto, la Rete non è statica e vorrei quindi rivolgere un pensiero anche a chi quotidianamente si prende cura delle reti di telecomunicazioni e dei servizi Internet, anche di domenica, anche di notte, perché Internet non dorme e non va mai in vacanza. Persone che in questi mesi hanno lavorato nonostante l’emergenza, le difficoltà e le incertezze per poter consentire a quanti più possibile di fruire al meglio servizi e contenuti che, come abbiamo capito, sono ormai diventati di primaria importanza. A tutti loro va un doveroso ringraziamento.

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