Il 19 Novembre è una data molto significativa, poiché da oggi scatta la seconda parte della Delibera 106/25 dell’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni intervenuta fortemente per contrastare – su un piano operativo e concreto – il telemarketing selvaggio, un fenomeno particolarmente difficile da sradicare, tanto che lo si tenta di risolvere da almeno 15 anni, cioè dalla nascita nel 2010 del Registro delle opposizioni.
Sono entrate in gioco per contrastarlo entrambe le autorità indipendenti coinvolte, il Garante Privacy per gli aspetti relativi ai trattamenti illeciti di dati personali e, più di recente, l’AGCOM per tutelare i diritti degli utenti finali delle comunicazioni elettroniche. Proprio l’AGCOM ha adottato alcuni mesi fa il suddetto provvedimento – la delibera 106/25 – che potrebbe avere un’efficacia decisiva nel contrastare uno degli aspetti più inquietanti del fenomeno, la falsificazione del numero chiamante, ovvero lo spoofing.
Dopo la prima fase entrata in vigore a partire dal 19 agosto, che ha previsto l’interruzione delle telefonate aggressive provenienti dall’estero che utilizzano numeri di telefono italiani di rete fissa, da oggi entra in vigore la seconda fase che permetterà, questo l’obiettivo, di bloccare le chiamate che arrivano dall’estero e che falsificano un numero di rete mobile italiano.
In questa fase gioca un ruolo fondamentale l’operatore telefonico dell’utente che riceve la chiamata.
Agli operatori, infatti, è demandato il compito di mettere in atto un sistema che analizza in tempo reale la provenienza della chiamata, bloccando conseguentemente i tentativi di connessione per quelle chiamate che presentano anomalie tra il numero e la rete di origine. La sfida tecnologica è molto più complessa e gli operatori sono chiamati ad operare controlli di sicurezza in tempo reale. Prima di consegnare la chiamata al destinatario, l’operatore italiano deve infatti effettuare una serie di verifiche che coinvolgono i carrier internazionali, ossia i punti di ingresso e d’uscita che interconnettono reti estere e reti italiane.
Se il numero non risulta assegnato ad un numero mobile italiano, la chiamata viene bloccata. Servirà, inoltre, verificare a quale operatore è collegato quel numero al fine di indirizzare la verifica verso l’operatore corretto e infine accertarsi che la sim non sia in roaming all’estero. In tal caso, infatti, la chiamata è legittima e non può essere oggetto di blocco.
Tutto questo deve avvenire in pochissimo tempo con procedure che verificano la provenienza e l’identità del numero senza violare la privacy degli utenti. Sono, infatti, serviti altri 3 mesi per rendere questa misura operativa.
L’Autorità AGCOM ha preferito adottare un approccio concreto e graduale, basato su controlli tecnici già oggi attuabili e integrabili con le architetture esistenti degli operatori italiani, piuttosto che implementare sistemi più complessi come lo STIR/SHAKEN adottato negli Stati Uniti. La scelta si fonda sulla considerazione che la maggior parte delle chiamate fraudolente arriva da Paesi esteri in cui non vi sono garanzie sull’adozione di standard internazionali di autenticazione. Per questo motivo, l’Autorità ha ritenuto più efficace intervenire alla frontiera, utilizzando i carrier autorizzati in Italia come punto di controllo e filtro del traffico in entrata.
L’AGCOM e gli operatori stimano una riduzione molto significativa del fenomeno ma non la sua completa eliminazione. E’ prevedibile che i truffatori cercheranno sicuramente altre strade per aggirare questi filtri ed è per questo che AGCOM ha già dichiarato che manterrà attivo il tavolo tecnico al fine di identificare nuove misure volte a contrastare le ulteriori tecniche di contraffazione dell’identità del chiamante, nell’ambito delle chiamate gestite completamente nel territorio nazionale, oltre che per monitorare l’andamento del fenomeno ed assumere le necessarie iniziative.
Continueremo a ricevere telefonate:
- dai call center legali italiani, alle quali ci si può opporre con l’iscrizione al Registro delle Opposizioni;
- da numeri che utilizzano lo spoofing proveniente dall’Italia (da numero fisso o cellulare);
- da numeri esteri veri e propri che non utilizzano la tecnica dello spoofing e contro le quali ad oggi non esiste alcun presidio di controllo.
Intanto possiamo fare una prima analisi dei 3 mesi in cui è entrato in vigore il blocco delle chiamate che ha riguardato i numeri fissi.
L’implementazione di questa prima fase ha prodotto risultati significativi: secondo i dati parziali forniti dagli operatori coinvolti e comunicati dall’AGCOM, dal 19 agosto e nelle prime settimane sono state bloccate circa 43 milioni di chiamate fraudolente, corrispondenti a una media di 1,3 milioni di telefonate di spoofing intercettate ogni giorno.
Questa cifra rappresenta il 5,74 per cento del totale delle chiamate ricevute dagli italiani nel periodo considerato, con picchi che in alcuni momenti hanno raggiunto addirittura il 60 per cento del traffico complessivo, considerato il fatto che, come stimato da Codacons, ogni anno gli italiani ricevono sui propri telefoni ben 15 miliardi di telefonate indesiderate, considerate sia le chiamate aventi ad oggetto scopi di telemarketing o teleselling aggressivo e fraudolento sia le chiamate che nascondono vere e proprie truffe ai danni degli utenti
Cosa succederà concretamente a partire dal 19 novembre? Attendiamo le prossime settimane.
