di Giorgio Pontillo
Fino a vent’anni fa, chiedendo a qualcuno in una posizione dirigenziale quali fossero le sue priorità, la rete non sarebbe di certo apparsa nella sua lista.
Per molti, la rete era necessaria dal punto di vista tecnologico ma poco importante da quello strategico. L’organizzazione era costruita sul flusso dei documenti, sia finanziari che quotidiani, la rete iniziava appena a diventare prassi, fornendo un’alternativa elettronica al vecchio viavai cartaceo. L’era digitale ha portato a due cambiamenti monumentali nel nostro modo di vivere e lavorare:
- Un nuovo modo di connettersi.
- Il desiderio di libertà di informazione.
Si sono sviluppate nuove operatività digitali per ogni comparto organizzativo, dal marketing alla logistica, dall’assistenza clienti al supporto tecnico. La digitalizzazione del posto di lavoro si è rispecchiata nell’esperienza del cliente, il cui viaggio – che stia facendo shopping o che sia in riunione – è online. Questa rivoluzione ha reso la rete linfa vitale per ogni azienda, poiché la collega a clienti, fornitori e dipendenti, permettendole di operare in modo efficiente.
Di conseguenza le reti moderne, soprattutto nelle grandi imprese, sono complesse. Migliaia di dispositivi collegati consentono il flusso organizzato dei dati, per soddisfare la sempre crescente domanda di servizi IT. Tale complessità comporta che le reti siano sempre più difficili da visualizzare e comprendere, soprattutto per i team di gestione e manutenzione. Ma quali sono le sfide principali?
- Chiara visibilità: capacità di mappare e visualizzare accuratamente e globalmente l’infrastruttura;
- Performance ottimale: detta infrastruttura fornisce il rendimento desiderato;
- Incident response efficace: capacità di tracciare i cambiamenti e ridurre l’impatto degli incidenti.
Date queste sfide, i team di gestione lottano per mantenere efficiente la rete, mentre l’introduzione di Cloud e SD-WAN aumenta la spinta per l’integrazione di nuovi servizi e aggiunge ancora più complessità. Il clamore suscitato dall’introduzione del cloud riguardava costi e convenienza, con l’uso pay-by-the-minute di risorse di calcolo e storage che non necessitavano di manutenzione e gestione. Questo perché le modifiche operative come DevOps hanno reso le applicazioni costruibili “just in time”, consentendo la flessibilità verso l’alto e il basso, la modifica rapida e l’aggiornamento online. Non avendo bisogno che sia fornita l’infrastruttura, trasformano effettivamente le applicazioni in beni di consumo.
Gli ambienti agili non si adattano a processi arcaici come ITIL, avendo il cloud portato a cambiamenti organizzativi che ampliano l’automazione dell’infrastruttura. Automazione e orchestrazione delle reti permettono di costruire processi e flussi di lavoro che distribuiscono servizi sulla base di modelli, su più domini di rete e sicurezza, nascondendo la complessità agli utenti. Mentre le aziende notano i benefici derivanti dai servizi cloud, diventa sempre più ovvio che la totale sostituzione del data center privato on-prem o co-lo sarà improbabile. Ciò si deve in parte a tre problematiche primarie nell’adozione totale del cloud:
- Preoccupazioni legate alla sicurezza;
- Riservatezza dei dati;
- Costi di manutenzione delle applicazioni legacy;
Perciò è probabile che l’infrastruttura del cloud pubblico debba coesistere, nella maggior parte dei casi, con forniture di cloud privato o DC: questa flessibilità, a sua volta, aumenta la complessità della rete. La vera sfida, per supportare questo approccio al cloud ibrido, è ottenere la piena visibilità delle interazioni tra tutti gli elementi della rete che fornisce tali servizi.
IP Fabric legge la costruzione e il comportamento delle reti. Quando crea uno snapshot della rete, costruisce un modello della sua topologia e del suo comportamento, a prescindere dal fatto che l’ambiente sia in prevalenza una rete legacy basata su CLI, SDN o cloud, o un ibrido di tutti o alcuni fra questi elementi. Ciò ci permette di fornire facilmente:
- Dati ricchi e significativi sull’intera rete e sul suo funzionamento a chiunque lo richieda, attraverso semplici diagrammi visivi della topologia o tabelle di dati accessibili attraverso un’interfaccia web interattiva.
- Una simulazione del percorso end-to-end o controlli di intent verification, per garantire che la rete sia conforme agli standard o alle normative.
- Dati di riferimento per altri sistemi nel vostro ecosistema tramite un’API REST.
La forza del nostro approccio di discovery è che gli utenti non hanno bisogno di fare analisi o ipotesi.
IP Fabric consente loro di risparmiare tempo, sforzi e risorse per garantire la visibilità end-to-end, convalidare la conformità e costruire flussi di lavoro di automazione significativi. Con l’evolversi della tecnologia e delle esigenze organizzative, IP Fabric sarà il solo strumento nell’ecosistema in grado di fornire una vera visibilità sull’infrastruttura completa e questo non ha prezzo.
Se vuoi saperne di più su IP Fabric e su come può aiutarti a migliorare la tua infrastruttura rilevando problemi di cui non sei a conoscenza, contattaci attraverso www.ipfabric.io! Puoi anche seguire la nostra azienda su LinkedIn o sul Blog, dove pubblicheremo altri contenuti.
