martedì, Marzo 19, 2024

Italiani all’estero nel settore ICT: dalla Germania Marco Ermini

Federico Lagni
Federico Lagnihttps://www.areanetworking.it
Appassionato di innovazione in tutte le sue forme, è fondatore e CEO di AreaNetworking.it, uno dei maggiori punti di riferimento online del settore ICT. E' anche fondatore ed Event Director di alcune importanti conferenze, come Crypto Coinference, la più importante conferenza dedicata alle criptovalute e la blockchain, e il GDPR Day, una conferenza molto verticale dedicata appunto al GDPR ed alla Data Protection. Inoltre, è fondatore e Presidente di Tesla Club Italy, il primo club Tesla italiano e tra i primissimi al mondo. Al tempo stesso, è anche fondatore e CEO di Enerev, la prima azienda italiana specializzata nel noleggio a breve termine di auto Tesla, nonché società di formazione e di riferimento per diverse soluzioni dedicate alla mobilità elettrica. Partecipa ad eventi e conferenze come speaker e formatore.

AreaNetworking.it ha intervistato Marco Ermini.

ANW: ‏In che città vivi e lavori attualmente‭?
ME: Vivo a Meerbusch, in North Rheine Westfalen (NRW, Westfalia del Nord Reno) a circa 15 Km da Düsseldorf, dove vado a lavorare in bicicletta – usando tutte piste ciclabili – o con un comodo treno-metro (chiamato “U-Bahn”) che mi ci porta in 14 minuti senza cambi (cosa che in Italia mi sembrerebbe incredibile ma qua è normale).

ANW:In quale azienda lavori e con che ruolo‭? ‬Di cosa ti occupi‭?
ME: Lavoro in Vodafone Group GmbH che è la “nave madre” di Vodafone. Vodafone Group ha sede principale a Newbury, in UK, dove devo recarmi talvolta, ma ha come seconda sede (ed abbastanza grande) Düsseldorf. La sede di Vodafone a Düsseldorf è molto famosa in Germania e parte del “landscape” cittadino essendo un grattacielo locato nel centro storico, vicino alla torre della TV. Altre sedi abbastanza importanti sono a Milano, Dublino, Budapest e Londra.

ANW: ‏Da quanto sei all’estero‭?
ME: Da oltre quattro anni.

ANW: Avevi già avuto esperienze di vita all’estero‭?
ME: No, “di vita” no. Mi ero ovviamente recato all’estero spesso per lavoro, formazione e vacanze.

ANW: Cosa ti ha spinto a migrare‭?
ME: Tre cose principalmente: primo, un ottimo contratto che non avrei mai avuto in Italia. Secondo, lo stile di vita nettamente migliore sotto la gran parte dei punti di vista rispetto all’Italia. Terzo, l’osservazione sconsolata della involuzione fino alla bancarotta economica, ma soprattutto morale e civile dell’Italia, che mi lascia poche speranze di tornare indietro, un giorno, se non in vacanza.

ANW: Hai subito uno sconvolgimento delle tue abitudini‭?
ME: Beh, sì, devo dire che “mi sono lasciato sconvolgere” ed è stato questo uno degli stimoli a venire qua. Sono passato da uno stile di vita sedentario, speso sul sedile di un’auto, spendendo come consulente la maggior parte del mio tempo guidando come consulente tra una sede e l’altra del cliente e mangiando “on the road” o nei bar, a una vita regolare, con una dieta equilibrata, spostandomi in bici e facendo sport. Questo mi ha cambiato talmente tanto (svariate taglie di vestiti, guardaroba da ricomprare o addirittura vestiti di 20 anni fa recuperati..) che ho dovuto rifare molti documenti incluso il Passaporto e Carta di identità, tanto ero irriconoscibile. Almeno nella patente sono tornato riconoscibile. :-)

ANW:Dal punto di vista culturale e sociale,‭ ‬quali cambiamenti hai constatato‭?
ME: La domanda è mal posta (oppure il mio Italiano sta svanendo), nel senso che culturalmente Germania ed Italia sono sempre state le stesse. Forse si intende dire che differenze ci sono tra i due paesi.

La differenza principale e più evidente è l’approccio culturale al lavoro. Qua la parola più importante è “Zuverlässigkeit” che vuol dire “affidabilità”. Se dici che ti ci vuole una settimana a fare qualcosa, in una settimana deve essere pronta. Qua c’è un’etica del lavoro – che indubbiamente deriva dalla loro visione del mondo Protestante – che vale sia per i diritti che per i doveri.

Ci si aspetta affidabilità, in cambio il lavoro viene garantito e il datore di lavoro si aspetta di investire nei lavoratori, la formazione è importante per esempio, così come il tuo equilibrio vita-lavoro. Il tuo capo si arrabbia se non prendi tutte le ferie durante l’anno (e sono tante!) e soprattutto se non riesci a pianificarle, è un po’ come aver fallito di aver pianificato un progetto.

È stato difficile per me all’inizio, infatti non ero abituato a così tante ferie essendo consulente o lavorando in Italia, soprattutto ero abituato a prendere ferie quando capitava o c’erano buchi di lavoro. I miei colleghi se ne andavano per tre settimane di fila invece…

ANW: Quanto difficoltoso è stato il tuo ambientamento‭?
ME: Ho in parte risposto sopra. Un altro problema può essere la lingua. L’Inglese è in teoria l’unica lingua richiesta per lavorare, ma ovviamente non si vive di solo lavoro e molte cose in Germania devono essere fatte in Tedesco, ovviamente. A parte il periodo iniziale dove sei aiutato dalla Agenzia di Rilocazione, tutto il resto, se fatto tramite canali “internazionali” con agenzie che parlano Inglese, viene a costare una fortuna, molto meglio masticare l’idioma locale.

Ovviamente per l’ufficio, l’Inglese deve essere eccellente e questo aiuta non poco. Un Inglese “sufficiente” non serve a moltissimo e non aiuta per la carriera. Cavarsela almeno un po’ col Tedesco aiuta moltissimo nei reparti a prevalenza Tedeschi (come nei data centre, da noi, per esempio), per lo meno a non farsi parlare alle spalle…

Un’altra cosa “strana” per noi sono orari ed abitudini. I tedeschi iniziano a lavorare presto, tra le 7:00 e le 7:30-8:00 (dipende dai lavori, alcuni lavori “di ufficio” sono “Europeizzati” ed iniziano alle 9, soprattutto se l’azienda ha molti contatti/sedi internazionali) e spesso se ne vanno fin dalle 16:00/16:30. Pranzano alle 12:00 o qualche minuto prima, e non aspettano – quando vanno in kantine partono, se ci sei ci sei, altrimenti corri e li raggiungi, non tergiversano aspettando che tutti abbiano fatto pipì come in Italia… e questo in generale vale per qualsiasi cose, inclusi meeting eccetera. Quello che per noi Italiani è il ritardo “fisiologico” di 5 minuti nel presentarsi a qualsiasi meeting, qua è considerato una mancanza di serietà.

Quando ero arrivato quattro anni fa, i negozi chiudevano tutti alle 18:00 e il sabato spesso alle 12:00 – ancora oggi è così in provincia, in città per fortuna si stanno “Europeizzando”, i supermercati chiudono alle 20:00 e alcuni alle 22:00 – ma è una novità di massimo due anni fa. La domenica è sacra (ancora, la loro mentalità Protestante) e non si lavora, addirittura è vietato da regolamento usare il trapano o la tagliaerba se fanno troppo rumore…‭

ANW:Quale considerazione c’è degli italiani e in generale dell’Italia nel paese in cui ti trovi‭?
ME: Dove lavoro ci sono molti Italiani e quindi è facile per i Tedeschi vedere che non siamo diversi in quanto a serietà, affidabilità e capacità professionali – per lo meno chi è rilocato qua ha imparato o era disposto ad imparare la sua lezione, ovviamente.

In Germania e soprattutto in Nord Vestfalia ci sono molti Italiani immigrati di una o due generazioni fa, e l’idea generale dell’Italiano (nonostante le sacche di razzismo che ovviamente esistono ovunque, gli idioti non hanno nazionalità…) non è malvagia, in generale l’Italiano è integrato bene ed ha portato gusti e sapori, soprattutto nella moda e nel cibo, che i Tedeschi apprezzano moltissimo. Praticamente nessun ristorante può mancare di avere “Italianische essen” (piatti italiani) nel menu (a meno che non sia un ristorante giapponese o simile, ovviamente!…).

Quello a cui forse non sono abituati è il tipo di lavoro che facciamo. Non ci si aspetta che un Italiano sia un manager ma al massimo un pizzaiolo. :-)

Oltre a questo ci sono a volte le solite battute sulla mafia e simili… a cui non bisogna rispondere evocando il Nazionalsocialismo perché sarebbe ingiusto, molti sono sempre estremamente sensibili all’argomento.

L’ultima “vergogna” sono stati i rifiuti a Napoli e certi buffoni al potere. Siamo lo zimbello dell’Europa e per molti colleghi Tedeschi è triste associarmi a quello che succede in Italia, ho come la sensazione che pensino che mi vergogni – ed è vero – e che non mi meriti questa vergogna. Li sento avere sincera compassione per la mia vergogna.‭

ANW: Visto il‭ ‬periodo:‭ ‬quanto si è sentita la crisi economica nel tuo paese‭? ‬Quali cambiamenti ha‭ ‬apportato‭?
ME: Si è sentita, soprattutto nella chiusura di grosse aziende e stabilimenti come per esempio la Opel e la Nokia entrambe a Bochum. In generale i consumi sono calati, ma la Germania è estremamente valida nel “fare sistema” e distribuire egualmente tanto i vantaggi, quando ce ne sono, che i problemi quando arrivano, e il welfare in Germania è molto alto.

Per fortuna nel mio ramo la crisi non è stata particolarmente influente, direi anzi che alcune grandi aziende hanno cambiato operatore passando a Vodafone che è estremamente più economico dell’”incumbent” in Germania.

ANW: Dal punto di vista professionale,‭ ‬quali differenze hai potuto notare rispetto all’Italia‭?
ME: Penso di aver risposto sopra, soprattutto nella mentalità sul luogo di lavoro.

ANW: Come descriveresti il processo di selezione ed assunzione nel paese in cui ti trovi‭?
ME: In Germania i titoli di studio e l’anzianità sono molto considerati. Per esempio, in una azienda chimica, se hai conseguito un dottorato (PhD) parti direttamente come manager di laboratorio, mentre un tecnico di laboratorio non aspirerà mai a questa posizione e farà probabilmente il tecnico fino alla pensione. C’è una discriminante molto pesante per titolo di studio fin dall’ingresso nel mondo del lavoro. Inoltre, un collega con il mio stesso lavoro, ma più anziano di 15 anni, indipendentemente da quanto tempo lavora nella mia stessa azienda, guadagnerà sensibilmente di più di me.

Per quanto mi riguarda, ben poco di tutto questo si applica, essendo la mia azienda Inglese, ed essendo HR “mantenuta” di proposito Inglese proprio per evitare questi meccanismi. Il titolo di studio non è considerato molto (o per niente) in Vodafone, almeno questa è la mia esperienza.‭

ANW: Sei laureato o possiedi particolari titoli di studio istituzionali‭?
ME: Beh, domanda da job interview. :-). Sì ma in Filosofia, nulla a che vedere col mio lavoro. Come detto, il titolo di studio non mi è stato chiesto né è considerato importante, anche se i colleghi tedeschi lo considerano molto. Alcuni ne risentirebbero, se sapessero di avere la tua stessa funzione ma sapessero che tu hai un titolo inferiore – anche se l’azienda è Inglese, questa è parte della loro mentalità.

ANW: ‏In Italia si parla spesso di cervelli in fuga.‭ ‬E‭’ ‬presente anche all’estero questo fenomeno‭? ‬In quali proporzioni‭?
ME: I Tedeschi vanno all’estero perché gli piace. Ho un collega che se ne è andato a vivere in Nuova Zelanda, ma non ha molto a che fare col suo cervello quanto col suo cuore e le sue preferenze climatiche –ha studiato negli USA ma è tornato a lavorare in Germania. Che io sappia i Tedeschi non hanno questo problema, o per lo meno non ne parlano. Le esperienze all’estero sono molto incoraggiate soprattutto nella fase “avanzata” degli studi, o per gli under 26, per esempio una mia amica è andata a vivere un anno in Canada spesata al 75% dallo Stato, perché era la sua carriera era bloccata nella sua azienda e necessitava di nuove esperienze.

ANW:A livello quantitativo,‭ ‬com’è la richiesta di lavoro rispetto all’Italia‭? ‬Cosa si ricerca maggiormente‭?
ME: Non direi che c’è più richiesta quantitativamente, ma direi che la qualità dei lavori ricercati è molto migliore. Non si cerca il “consulente” da spolpare finché regge con una paga ridicola. Se si cerca una posizione il lavoro è serio, oppure non lo si cerca. Se fai il consulente è perché sei estremamente preparato ed hai esperienza e riesci a destreggiarti su vari clienti e sei disposto a viaggiare – e ti fai un pacco di soldi, come è giusto che sia.

ANW: Da quanto hai potuto vedere,‭ ‬qual è la forma di rapporto lavorativo più diffuso‭? (‬Dipendente,‭ ‬freelance,‭ ‬contratti a tempo determinato,‭ ‬etc‭)‬.
ME: Nel mio ramo, dipendente. I Freelance sono una élite come è giusto che sia. Altrimenti puoi lavorare come “abteilung” ovvero in formazione e l’azienda per un anno ti paga un minimo, che comunque è sempre tra i 900 e i 1200 Euro – ripeto, nel mio settore. In altri settori va molto peggio e l’”abteilung” può essere richiesto gratuito. Ma qua giustamente il mondo ICT è considerato importante, non alla stregua dell’impresa delle pulizie o del corriere espresso, come in Italia.

ANW: ‏Come rapporti la retribuzione rispetto a quella italiana‭? ‬Quali differenze ci sono‭? ‬E‭’ ‬effettivamente più alta‭?
ME: Oltre il doppio per lo stesso lavoro, va bene come risposta? :-)

Se facessi il consulente, arriverei al quadruplo lordo… le tasse in Germania sono più alte (anche se il resto d’Europa sta colmando il gap recentemente). Ma ovviamente in cambio si hanno molti più servizi e posso avere rimborsi dalle tasse per le mie spese, come fanno i professionisti, pur essendo un dipendente.

ANW: Qual è il tenore di vita‭? ‬Cambia effettivamente il costo della vita e di quanto‭?
ME: Il costo della vita è leggermente inferiore alla media Italiana. Il che significa che in Vestfalia spendi molto meno che a Milano ma probabilmente qualcosa di più che a Palermo.

I costi di molte cose (cibo, vestiario eccetera) sono abbastanza simili, ma quando vai a vedere gli affitti, o le assicurazioni auto, o l’abbonamento a Internet eccetera, ti rendi conto che in confronto l’Italia è come un paese del terzo mondo sia come qualità che come costi.

ANW: ‏Come funziona la tassazione‭? ‬Com’è la pressione fiscale‭?
ME: Come detto leggermente più alta ma l’Italia ci sta raggiungendo  ma i rimborsi che ho potuto avere qua (fino a 10.000 € il primo anno!) non hanno paragoni con l’Italia. Complessivamente il sistema è estremamente più giusto anche se vorresti non pagare alcune cose, tipo la tassa sulla disoccupazione (ti paghi da solo il tuo eventuale assegno di disoccupazione, anche se io so già in anticipo che non lo userò mai) e quella per la Germania Est…

ANW: Cosa non ti manca dell’Italia‭?
ME: Molte cose. La corruzione, come la gente che salta la fila o guida come un deficiente, o in generale crede di “essere più furba” – ma soprattutto, il fatto che la maggioranza non consideri questi atteggiamenti deprecabili di per sé, anzi, sono la normalità.

“Eliminate la corruzione, o datemi la possibilità di parteciparvi” – l’Italiano è decisamente a favore della seconda parte dell’assioma, in genere!

Vi è mai capitato di fare una fila avendo un passeggino? In Italia chiunque ti passa avanti visto che non puoi fisicamente sbattergli tuo figlio sui piedi. Ti tocca fargli inevitabilmente presente che il fatto che tu abbia un passeggino non implica un permesso implicito per chiunque arrivi di passarti avanti. Queste cose in Germania non esistono, anzi fanno generalmente passare avanti te! E non parliamo poi dei disabili in carrozzina… o di chi viaggia in bici, in Italia rischi la vita ogni minuto.

Tutto questo “scala” nei politici che ci ritroviamo, ed è vergognoso vedere gente, per esempio, rappresentare l’Italia. È una vergogna che ci marchia moltissimo e fonte di derisione.

ANW: Cosa,‭ ‬invece,‭ ‬ti manca dell’Italia‭?
ME:Principalmente la possibilità di frequentare attività di volontariato o ricreative, che in Germania richiederebbero una padronanza della lingua Tedesca che ancora non ho. Ma sto lavorando anche a questo.

ANW:E‭’ ‬una scelta permanente o ritieni che un giorno tornerai nel bel paese‭?
ME: Visto come sta andando l’Italia non posso fare ottimistiche previsioni per il futuro. In ogni caso, non credo sia utile rompersi la testa con questa questione. Ho chiari a grandi linee i miei traguardi per i prossimi anni, che sono indipendenti dal posto in cui li conseguirò. Potrei essere in Germania come a Singapore come in Italia – ovunque sia opportuno, questa è una variabile dipendente, e credo che sia l’unico ragionamento sensato da fare.

Per il medio-lungo periodo, con il mercato del lavoro attuale non si possono fare grandi previsioni. Tra cinque anni potrei svolgere un lavoro totalmente diverso e dunque avere altri mercati di riferimento. Non lo si può sapere. In ogni caso, no, non è una mia priorità guardare a cosa succede specificamente in Italia. La seguo come qualsiasi altro paese.

ANW: ‏Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta‭? ‬Quali caratteristiche sono necessarie al fine di affrontare al meglio questo cambiamento‭?
ME: Egoisticamente, suggerisco a tutti di restare in Italia. :-) Ho visto “tentare l’emigrazione” gente che aveva troppo bisogno della pastasciutta cucinata dalla mamma. O gente che passava la maggior parte del suo tempo lamentandosi del fatto che i Tedeschi non sono flessibili, il clima fa schifo, eccetera… sorry, ma a volte la scena è davvero pietosa. Non si capisce cosa ci faccia qua questa gente…

Io consiglio sempre di fare quello che piace e farlo bene, ed avere il mondo come unico proprio limite. Questo ti porta naturalmente dove ti suggerisce il tuo cuore e la tua testa, e può essere in Italia come all’estero. Non serve tentare di andarsene a tutti i costi. (ma provarci almeno, aiuta :-)).

Le lingue non sono questo grande problema. Avere un buon Inglese aiuta, ma anche la lingua straniera più astrusa può essere imparata “decentemente” in sei-nove mesi, se ci si impegna e si ha il coraggio di “tuffarsi”.

Buona fortuna dunque. :-)

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