venerdì, Aprile 26, 2024

Seconda intervista al Partito Pirata italiano

Federico Lagni
Federico Lagnihttps://www.areanetworking.it
Appassionato di innovazione in tutte le sue forme, è fondatore e CEO di AreaNetworking.it, uno dei maggiori punti di riferimento online del settore ICT. E' anche fondatore ed Event Director di alcune importanti conferenze, come Crypto Coinference, la più importante conferenza dedicata alle criptovalute e la blockchain, e il GDPR Day, una conferenza molto verticale dedicata appunto al GDPR ed alla Data Protection. Inoltre, è fondatore e Presidente di Tesla Club Italy, il primo club Tesla italiano e tra i primissimi al mondo. Al tempo stesso, è anche fondatore e CEO di Enerev, la prima azienda italiana specializzata nel noleggio a breve termine di auto Tesla, nonché società di formazione e di riferimento per diverse soluzioni dedicate alla mobilità elettrica. Partecipa ad eventi e conferenze come speaker e formatore.

Dopo la nostra intervista ad Athos Gualazzi, Presidente del Partito Pirata, abbiamo deciso di coinvolgerli nuovamente per conoscere ancora di più sulla loro organizzazione.
Questa volta abbiamo intervistato Adriano Biason, uno dei soci del partito.

ANW: Gentile Adriano, sono passati quasi otto mesi dalla nostra prima intervista a voi. Cos’è cambiato nel frattempo? Ci sono novità nell’evoluzione del Partito Pirata, sia i movimenti internazionali che quello italiano?
AB: Rispetto a otto mesi fa alcune cose sono cambiate, abbiamo infatti reso operativa la piattaforma LiquidFeedBack che ospita l’assemblea permanente, su questa piattaforma si sta ora scrivendo il programma del Partito Pirata e si stanno procedendo nella costruzione della struttura organizzativa del partito, ma siamo ancora indietro rispetto agli altri e dobbiamo accellerare se intendiamo essere presenti alle prossime elezioni.

ANW: In questi mesi pare essersi da un certo punto di vista risolta la questione “Partito Pirata vs PirateParty”. Com’è andata a finire la cosa? PirateParty.it non risponde più.
AB: Pirateparty.it non risponde più perché in conseguenza all’ordinanza precedente è stato oscurato, purtroppo però Marsili ha riaperto il sito all’indirizzo votapirata.it che guardacaso è praticamente identico al nostro, ossia votopirata.it. Il 28 giugno si è tenuta l’udienza relativa al ricorso di Marsili e stiamo aspettando l’esito. Siamo ottimisti.

ANW: Nel punto 6 del vostro programma parlate del diritto alla tecnologia. Perché non citate e perseguite esplicitamente anche il diritto alla banda larga?
AB: Come dicevamo prima il programma è in scrittura sulla nostra piattaforma decisionale, il programma presente sul sito non è stato ancora aggiornato e quando lo sarà con tutta probabilità ci sarà anche una posizione esplicita su questo argomento.

ANW: Parliamo ora di un brutto tema: la politica. Nell’ultimo sondaggio delle “intenzioni di voto” il Partito Pirata guadagna uno 0,3% salendo ad uno 1,2%. Quale considerazione avete di questi numeri? Siete soddisfatti?
Questo numero non è molto importante, per ora c’è un’unica agenzia che ci misura mentre altre come emg, swg o ipsos non lo fanno, quindi quell’1,2% non è molto importante e significativo, siamo contenti di esserci ma sopratutto dobbiamo impegnarci per crescere in salute.

ANW: A cosa puntate per guadagnare punti per le prossime elezioni politiche?
AB: Noi puntiamo sopratutto ad essere rappresentativi della volontà degli italiani, a portare soluzioni intelligenti ai problemi attuali stando lontano però da inutili e fastidiosi atteggiamenti populisti, siamo cittadini comuni, nessuno di noi qui ha significative esperienze politiche, puntiamo quindi a far capire che votare per il Partito Pirata significa votare per se stessi.

ANW: Domanda secca: cosa o quale ritenete sia oggi un vostro freno di sviluppo (se presente)? Chi o cosa vi può creare problemi?
AB: Ci frena sicuramente la nostra inesperienza e ci frenano sicuramente quegli italiani furbi che si avvicinano al Partito Pirata pensando che sia un occasione per far carriera.

ANW: Sul vostro sito c’è un simpatico video riguardo il DRM, in particolare l’impossibilità di installare Linux su determinati computer. Di questa tematica si parla da ormai tantissimi anni. Cos’è cambiato? Il combattere per questo genere di diritto ha portato a qualcosa?
AB: Defective by Design è una campagna che non si ferma di fronte alla scarsa collaboratività dei sostenitori dei Digital Restrictions Management (DRM). Il Partito Pirata continuerà sempre a sostenere questa campagna di sensibilizzazione finchè non si otterranno risultati, ricordiamo che non tutte le grandi aziende sostengono i DRM e tra queste troviamo ad esempio Universal e Virgin e questo significa che comunque non siamo inascoltati.

ANW: Una domanda dalla risposta per i nostri lettori. Dove è possibile incontrarvi? A quali eventi e manifestazioni è possibile trovarvi?
AB: Abbiamo sviluppato una mappa di tutta l’Italia dove è possibile trovare i certificatori, sarà resa disponibile a breve, inoltre i certificatori organizzano periodicamente eventi dove è possibile informarsi sul Partito Pirata ed eventualmente iscriversi.

ANW: Chi è la persona che si dichiara pirata?
AB: Molti sono Pirati e non sanno nemmeno di esserlo. E’ pirata chi rispetta la dignità e i diritti di tutti gli esseri viventi, è pirata chi ama la cultura, la conoscenza e la vuole condividere, è pirata chi ama la partecipazione e dunque vuole partecipare direttamente alla vita politica del nostro paese senza delegare più a persone in cui abbiamo perso ogni fiducia.

ANW: Quali sono i vostri rapporti con Anonymous?
AB: Per quanto Anonymous condivida alcuni principi con il Partito Pirata non vi è nessuna relazione diretta che colleghi queste due realtà.

ANW: Qual è la vostra posizione nei confronti di Facebook e dei social network in genere?
AB: Il problema è delicato, noi non siamo contro i social network in genere ma per quanto riguarda Facebook denunciamo il potenziale danno che questo social network può produrre ai propri utenti e non solo ma anche a utenti che non sono su Facebook ma cliccano in molti siti il tasto “Mi piace”, danno derivante dall’uso improprio di una valanga di dati personali che la gente riversa nei server di Facebook e che restano a disposizione del socialnetwork e di chiunque paghi per averli.

ANW: Grazie per la partecipazione.
AB: Un grazie a voi.

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