giovedì, Marzo 28, 2024

ReteRosa: Intervista a Valentina Vergani

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banner-rubrica-reterosa Dopo la prima intervista di ReteRosa, la nostra nuova rubrica dedicata alle donne professioniste nel nostro settore, per questa seconda caso abbiamo sottoposto i medesimi quesiti a Valentina Vergani, CCIE presso un colosso delle Telecomunicazioni.

Valentina Vergani
Valentina Vergani
ANW: Ciao Valentina e grazie per riportarci la tua esperienza. Ci puoi dire di cosa ti occupi e farci un sunto professionale delle tue competenze ed esperienze?
VV: Ciao Federico, attualmente lavoro presso un Service Provider come “Solution Engineer”, mi occupo della parte di prevendita e ingegneria d’offerta sul mercato Business, in particolare per quanto riguarda il settore Finance.
Sono diplomata come perito in Informatica.
Ho iniziato a lavorare nel 1992 come tecnico di supporto post-vendita su piattaforma Unix; dal ‘95 lavoro in ambito networking e nel 1996 ho ottenuto la certificazione CCIE R&S.
Ho sempre svolto attività di tipo tecnico, principalmente in ambito post-vendita e negli ultimi anni in pre-vendita, sia presso Service provider che in System Integrator.

ANW: Questa nostra rubrica ha l’obiettivo di dare evidenza alle donne impiegate nell’IT/TLC con un curriculum di tutto rispetto. E’ noto, infatti, che questi casi siano pochi, pur sempre relativamente parlando, ovviamente. Ti senti effettivamente di avere questo valore?

VV: Non sono io a dover dare un giudizio sul mio valore. Personalmente sento di aver acquisito buone competenze in ambito IT, avendo maturato ormai un’esperienza quasi ventennale nel settore; devo ammettere che la certificazione che ho conseguito, e che continuo a mantenere attraverso il processo di ricertificazione, in alcuni casi mi permette di rendere maggiormente evidenti le mie capacità; basti pensare che è grazie a questa certificazione che mi avete contattato per questa intervista.

Sicuramente una cosa che mi sento di sottolineare è che nel corso della mia carriera ho sempre cercato di far evolvere la mia professionalità sia in ambito puramente tecnico che in quelli che sono gli aspetti più gestionali del mio settore lavorativo.

ANW: Quanto difficoltoso è stato per te raggiungere il tuo status attuale? Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato?
VV: Penso che il raggiungimento del mio attuale status sia il frutto del normale percorso professionale di una persona che nel corso della propria carriera è sempre stata attenta ed interessata ad acquisire nuove competenze e a mettersi in gioco di continuo senza temere le novità, i cambiamenti e i giudizi degli altri.
Considerato lo stato attuale del settore ritengo di essere stata piuttosto fortunata ad iniziare a lavorare nel campo IT negli anni ‘90, quando le opportunità erano numerose; attualmente trovo che il periodi di crisi che sta vivendo negli ultimi anni l’economia in generale, ed in particolare il mondo dell’IT, rende difficili le evoluzioni di carriera.

ANW: Quali pensi siano i motivi principali per i quali le donne impiegate nell’IT siano così poche? Pensi che la potenziale discriminazione sia una delle cause “intimidatorie” nei confronti delle
donne nell’affrontare l’Information Technology?

VV: Quando studiavo informatica nella mia classe eravamo tre donne su circa una ventina di studenti, e la scuola è una scelta personale! Di conseguenza sono portata a pensare che il motivo principale sia semplicemente il minore interesse per il campo informatico; non credo che l’esiguo numero di donne nel nostro settore debba stupire o far pensare ad una discriminazione preventiva.

ANW: Ti sei mai vista negare un ruolo importante o sfumare un’interessante opportunità soltanto perchè donna?

VV: Non saprei; per quanto mi è noto nessuno mi ha mai esplicitamente negato un’opportunità adducendo come motivazione il fatto di essere donna.

ANW: C’è tanta discriminazione da parte del sesso opposto?
VV: E’ impossibile per me generalizzare, dipende dalle singole persone che si incontrano e dall’atteggiamento che esse hanno dei confronti degli altri. Ci sono colleghi che non badano al genere, ed altri che hanno una mentalità che mi permetto di definire un po’ arretrata.
Un aspetto che mi sono trovata più volte ad affrontare, più che l’aperta discriminazione, è la diffidenza, che si presenta spesso, per esempio da parte dei clienti; ho perso il conto di quante volte mi sono sentita rivolgere la frase: “Mi faccia parlare con un tecnico!”. Ma dopo le prime occasioni in cui si viene colte da un po’ di disorientamento e scoramento ho imparato a non badarci e a continuare con il mio lavoro. Fortunatamente, svolgendo un ruolo tecnico, è possibile dimostrare il proprio valore e le proprie conoscenze e, di conseguenza, con un po’ di pazienza, sono sempre riuscita riuscire a conquistare la fiducia degli altri, soprattutto quando si ha di fronte una persona ha come obiettivo quello di risolvere i propri problemi.

ANW: Se sì, come l’hai affrontata e l’affronti tutt’oggi?
VV: Come dicevo prima il modo migliore per affrontare certe situazioni è quello di andare avanti per la propria strada mantenendo fermi i propri obiettivi ed ignorando gli eventuali atteggiamenti provocatori. Nella maggior parte dei casi è possibile dimostrare coi fatti le proprie capacità.

ANW: La competizione tra uomini è diversa di quella tra donne. Cosa ne pensi a riguardo? Ti sono successi casi particolari?
VV: In realtà sono convinta del fatto che la competizione sia indipendente dal genere; per esperienza mi sento di dire che dipende molto di più dal tipo di ruolo in cui si sta lavorando, per cui in ambito squisitamente tecnico lo spirito di collaborazione è molto più spesso sentito dalle persone come un valore, mentre in ambito commerciale la competizione è spesso presente a vari livelli.
Inoltre ritengo che molto dipende dalla linea che viene data dalla società per cui si lavora: mi sono trovata a svolgere la mia attività in ambienti dove la competizione veniva alimentata dagli stessi responsabili nella convinzione che essa permetta di ottenere risultati migliori, mentre in altri posti si punta molto di più sul lavoro di squadra e sull’affiatamento, quindi la competizione è vista come un elemento dannoso per la produttività.
Personalmente non credo affatto che la competizione tra uomini sia diversa rispetto a quella fra donne, o meglio, non credo che quella fra donne sia più accesa, cosa che molti uomini danno come un fatto incontrovertibile.
A questo proposito ho sempre pensato che nel nostro campo, in cui gli uomini tendono a concentrarsi e a puntare molto sia per interesse professionale sia per obiettivi di carriera, per un uomo sia più difficile accettare di vedersi negato un ruolo importante od un avanzamento di carriera a vantaggio di una donna, proprio perchè viene spontaneo fare un ragionamento sui “grandi numeri”. Lo stesso vale quando a giocarsi l’opportunità sono due donne, in questo caso per una delle due è difficile accettare di poter perdere un’occasione piuttosto rara, quella di non trovarsi a competere con un uomo. Secondo me queste situazioni generano la falsa convinzione che le donne siano più competitive degli uomini, mentre secondo me si tratta solo di un problema legato al numero di opportunità.

ANW: Quali caratteristiche ed elementi credi ti siano stati più utili nella tua carriera per raggiungere i tuoi traguardi?
VV: Sicuramente mi sono state utili in campo tecnico la mia capacità logica e di analisi e più in generale la mia capacità di adattamento e la curiosità e l’apertura verso le novità.
Indubbiamente la certificazione CCIE mi ha molto aiutato nel rendere evidenti quelle che possono essere le mia qualità professionali.

ANW: Quali consigli ti senti di dare alle altre donne che vogliono o hanno da poco intrapreso il settore IT?
VV: Sicuramente il mio consiglio è quello di non aver mai paura delle novità, di continuare ad aver voglia di accrescere le proprie conoscenze e di non buttarsi giù alle prime difficoltà.

ANW: Ti ringraziamo molto della tua disponibilità.
VV: Grazie a voi.

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